Io sono il Nordest
Voci di scrittrici per raccontare un territorio
Foto di copertina di Giorgio Maggiolo
Donne in prima linea, sempre. Nel lavoro, in famiglia, nel sociale. Ma troppo spesso non visibili, quasi mai protagoniste. Talento, impegno, dolore, amore, resistenza nonostante prevaricazioni e discriminazioni. La forza inesauribile, la positività e la voglia di futuro, le piccole e grandi battaglie vinte ogni giorno, sono una ricchezza femminile unica, che emerge in questo libro attraverso i racconti delle scrittrici del Nordest, mettendo insieme per la prima volta le più interessanti voci narrative di Veneto, Trentino, Friuli Venezia Giulia. Il titolo “Io sono il Nordest” vuole rendere protagonista ognuna delle autrici, ma anche tutte le donne del Nordest, la loro forza e quello sguardo speciale che hanno sulla vita. In quest’antologia incrocerete ritratti indimenticabili. Che commuovono, infiammano, divertono. Restano indelebili. La linea sottile che caratterizza la scelta delle autrici ha a che fare con il loro talento. Ma non solo. Abbiamo voluto scrittrici (chi più conosciuta, chi meno, chi esordiente) con una storia di vita intensa, significativa. Donne che nella vita hanno affrontato prove molto dure. Ma non hanno mai perso il sorriso. Nella loro scrittura c’è profondità. Un’umanità intensa, un’energia unica. Sono persone bellissime, ancora prima che scrittrici. Sanno raccontare, suscitano emozioni. Ogni racconto di questa antologia è la fotografia di una realtà, spesso brutale o difficile. Mette a nudo una situazione, squarcia veli di ipocrisia. Non manca l’ironia. Alcune autrici hanno scelto l’arma del sorriso per colpire e fare riflettere. Il messaggio corale è l’energia, la potenza di sentimenti, passione, volontà, che tutto può. Le rivoluzioni, la rinascita, iniziano anche dalla scintilla di un semplice “no”, che innesca la svolta. Non si deve sempre morire per essere ascoltate. (Francesca Visentin, curatrice del libro, giornalista del Corriere del Veneto, redazione regionale del Corriere della Sera).
“Questo è un libro bellissimo, non solo per il valore di ognuno dei racconti, ma perché contiene tanti riferimenti alle nostre storie individuali, a ciò che sta accadendo intorno a noi... Leggerlo è stato come incontrare nei racconti altre persone, attraverso le loro piccole, ma importanti storie. Le storie individuali compongono la grande storia del mondo, che non è fatta di date e battaglie, ma di vite vissute... Credo sia tempo di fare emergere le nostre storie di donne: non certo in contrapposizione agli uomini, ma per ricostruire insieme una società nuova, che rilegga insieme passato e presente. È l’unica strada per proiettarci verso un futuro più equilibrato, oltre gli anni del mitico boom economico e quelli successivi, attuali, della paura del cambiamento... Ho ritrovato in questo libro le storie di uomini e donne irrisolti e di ragazzi in crisi, dentro una società (la nostra) malata di benessere e solitudine”. (dalla prefazione di Marina Salamon)
www.iosonoilnordest.it

Antonia Arslan
Antonia Arslan è una scrittrice e saggista italiana di origine armena. Laureata in archeologia, è stata professore di Letteratura italiana moderna e contemporanea all’Università di Padova. È autrice di saggi sulla narrativa popolare e d’appendice (Dame, droga e galline. Il romanzo popolare italiano fra Ottocento e Novecento) e sulla galassia delle scrittrici italiane (Dame, galline e regine. La scrittura femminile italiana fra ‘800 e ‘900). Attraverso l’opera del grande poeta armeno Daniel Varujan, del quale ha tradotto le raccolte II canto del pane e Mari di grano, ha dato voce alla sua identità armena. Ha curato un libretto divulgativo sul genocidio armeno (Metz Yeghèrn, Il genocidio degli Armeni di Claude Mutafian) e una raccolta di testimonianze di sopravvissuti rifugiatisi in Italia (Hushèr. La memoria. Voci italiane di sopravvissuti armeni). Nel 2004 ha scritto il suo primo romanzo, La masseria delle allodole (Rizzoli), che ha vinto il Premio Stresa di narrativa e il Premio Campiello e il 23 marzo 2007 è uscito nelle sale il film tratto dall’omonimo romanzo e diretto dai fratelli Taviani. La strada di Smirne (Rizzoli) è del 2009. Nel 2010, dopo una drammatica esperienza di malattia e coma, scrive Ishtar 2. Cronache dal mio risveglio (Rizzoli). Nel 2010 esce per Piemme Il cortile dei girasoli parlanti. Il libro di Mush, sulla strage degli armeni di quella valle avvenuta nel 1915, è pubblicato da Skira nel 2012.

Isabella Bossi Fedrigotti
Isabella Bossi Fedrigotti è giornalista e scrittrice, collabora al Corriere della sera scrivendo articoli culturali e di costume. Il suo esordio nella narrativa è stato con il romanzo Amore mio, uccidi Garibaldi (1980). Ha vinto il Premio Campiello con Di buona famiglia (Longanesi), trasformato poi in adattamento teatrale da Leonardo Franchini. Ha inoltre partecipato al volume collettivo sull’handicap infantile dal titolo Mi riguarda (Roma, Edizioni Sandra Ozzola E/O 1994). Tutti i suoi libri sono stati tradotti in varie lingue.

Irene Cao
Irene Cao è nata a Pordenone nel 1979. Ha studiato Lettere Classiche a Venezia, dove ha conseguito anche un dottorato in Storia Antica. Attualmente vive in un piccolo paese del Friuli. Ha scritto la trilogia Io ti guardo, Io ti sento e Io ti voglio, (Rizzoli, 2013), pubblicata in 15 Paesi, e il dittico composto da Per tutto l’amore e Per tutti gli sbagli (Rizzoli, 2014), tradotto in tre Paesi esteri. Sta lavorando a un nuovo romanzo di prossima pubblicazione (estate 2016).

Mary B. Tolusso
Mary Barbara Tolusso vive tra Trieste e Milano. Scrive per la pagina culturale del quotidiano Il Piccolo e per altre testate. Ha pubblicato alcune raccolte di poesia tra cui L’inverso ritrovato (Lietocolle, 2003), Il freddo e il crudele (Stampa, 2012), e il romanzo L’Imbalsamatrice (Gaffi, 2010). È redattrice del Nuovo Quadernario di Poesia diretto da Maurizio Cucchi. Alcune sezioni delle sue raccolte sono state inserite in Nuovi Argomenti e Almanacco dello Specchio (Mondadori). Collabora con il Blog di Poesia del Corriere della sera e per Il Piccolo cura il Blog Cover. Cose di letteratura. Ha vinto il Premio Pasolini (2004) e il Premio Fogazzaro (2012).

Gabriella Imperatori
Veneziana, ha collaborato con giornali e riviste e con la Rai. È editorialista del "Corriere del Veneto" e direttrice responsabile del trimestrale "Leggere donna". Ha pubblicato, oltre a saggi e racconti in varie antologie, i romanzi "Bionda era e bella" (Rusconi, 1990), "Questa è la terra, non ancora il cielo", con Gloria Spessotto (Tufani, 1998), "Portami via con te" (Marsilio, 2000), "Trilogia dei baci" (Marsilio, 2004), "L’onda anomala" (Marsilio, 2013) e i racconti "Ballata per eroi senza nome" (Apogeo Editore, 2017). Ha ricevuto premi per la narrativa e il giornalismo e partecipato al Forum di cultura femminile dell’Università di Padova.

Federica Sgaggio
Da piccola ho parlato piuttosto tardi, e la prima cosa che ho detto è stata una frase: «Mamma, voglio bere». Per la mia afasia i miei si erano preoccupati, in effetti, e mi avevano portato in giro per medici. Il fatto è che se mia madre parlava con mio padre nel suo dialetto campano, e mio padre parlava con mia madre nel suo dialetto veneto, e ciascuno dei due parlava con me in italiano, le lingue fra cui mi districavo erano tre. Sarebbe stato molto più chic avere una madre franscese e un American father: ma a me son toccati loro, e le lingue straniere me le sono imparate da sola. Comunque, da quando ho detto «mamma voglio bere» non ho più smesso di parlare. Neanche di bere, a dire la verità, ma sempre e solo acqua e succedanei, perché sono una dei sei astemi attestati nelle regioni del nordest italiano. E da quando – poco dopo – ho imparato a scrivere, non ho mai smesso neanche di fare quello. Lo so: non è per forza una cosa buona, ma ormai è andata così. Ho fatto la giornalista nei quotidiani per oltre vent’anni – scrivendo, ma anche no – e ho pubblicato alcune cose: racconti (il più recente è uscito in un’antologia italo-irlandese che in Irlanda è stata pubblicata con il titolo Lost Between dalla New Island Books e in Italia dalla Guanda come Tra una vita e l’altra), romanzi (Due colonne taglio basso, Sironi, un giallo ambientato in una redazione; e L’avvocato G, Senza Patria, una storia d’amore), e un saggio sul giornalismo (Il paese dei buoni e dei cattivi, minimum fax), che ho avuto l’immenso onore di sapere custodito a Washington alla Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti d’America, e alle biblioteche universitarie di Harvard, Stanford e Columbia. L’antologia italo-irlandese, di cui ho firmato la prefazione insieme alla scrittrice Catherine Dunne, è nata nell’ambito dell’Italo-Irish Literature Exchange, che dal 2011 organizzo insieme a Catherine, all’Irish Writers’ Centre di Dublino e con il contributo essenziale dell’Istituto italiano di cultura della capitale irlandese. La mia passione per l’Irlanda mi ha portato a vivere là per un po’, dopo che mi sono dimessa dal giornale per il quale lavoravo con un contratto a tempo indeterminato. In Irlanda ho frequentato un Master in Giornalismo all’università di Limerick – campus fantastico e i muffin al cioccolato più buoni della galassia – e ho vissuto da expat, con marito e figlio, per un tempo largamente inferiore a quello che avrei voluto; e infatti sono certa che ci tornerò. Per adesso, mi limito ad andarci un certo numero di volte l’anno: un po’, ogni estate, per scrivere per qualche settimana in una casa per artisti; un po’ per andare a vedere concerti; e un po’ – adesso – anche per andare a prendere pezzi unici di designer e stilisti irlandesi che poi porto nell’atelier-boutique che gestisco a Verona dall’autunno 2015. Il mio spazio si chiama Vib, che è l’abbreviazione di Vibrissae, e tenta di mettere insieme tutte le mie vite: quella della donna che scrive, quella dell’appassionata di Irlanda, e quella della fashion stylist che ho deciso di diventare dopo avere studiato a Londra alla University of the Arts-College of Fashion. Lo spazio, in un magnifico palazzo storico del centro, nasce dall’idea che le cose e le persone hanno più vite, che le cose belle sono per tutti, e che quello che ci mettiamo addosso per attraversare il mondo dice molte cose di noi. Come si sostiene abbia detto Oscar Wilde, «solo i superficiali non giudicano dalle apparenze». Non esiste «il» vestito bello: esiste solo il vestito giusto per il corpo che lo indossa. Stare accanto a una donna che, specchiandosi da Vib con un abito e gli accessori che ho scelto per lei, si commuove per quanto riesce a vedersi bella è una delle soddisfazioni più grandi che mi è capitato di avere. In gennaio si è conclusa la prima edizione del gioco letterario Vib «Le storie dell’armadio», un piccolo concorso in cui si doveva scrivere un racconto breve che avesse a tema un abito, un profumo, un elemento di make-up… Di storie ne sono arrivate oltre 230, e per me è stata una sorpresa meravigliosa. Sul blog lestoriedellarmadio.wordpress.com si trovano ancora tutte. Da Vib organizzo anche corsi di scrittura e ospito incontri letterari e non solo. Sono onorata di avere partecipato a quest’antologia, con compagne di strada che mi rendono fiera di me. Mi dispiace solo che il titolo del mio racconto contenga una parolaccia. Ma in fondo anche no: tanti anni nelle redazioni insegnano tante parolacce. In questo, insomma, sono una mamma strana. Come moglie sono un po’ più ordinaria; però non stiro dal 2006. Non è che abbia una donna che viene a fare i mestieri o a stirare: ho solo un marito delizioso che alle camicie preferisce le t-shirt.

Michaela K. Bellisario
Sono una giornalista e autrice italo-olandese (questo spiega il fattore “K” nel nome). Vivo e lavoro a Milano dove scrivo di moda e costume per Iodonna.it, il settimanale del Corriere della Sera. In passato ho lavorato nelle redazioni di diversi femminili Rcs tra cui “A” e “Amica.it”. Sono inoltre socia di Enzimi, un’agenzia di progetti editoriali. Sono bionda, over forty e adoro i gatti (e chi li ama). Ne ho due, Duchessa e Pisapia. Se potessi parlerei solo in spagnolo. Per ora sono ferma a Hola que tal. Indosso perlopiù jeans skinny come Kate Moss e uso solo rossetti mat. Sono buddista e amo i film asiatici che fanno piangere. Il mio preferito è In The Mood for Love di Wong Kar-way. Ho scritto cinque libri. Con Morellini editore ho pubblicato Amsterdam-Women Friendly (2014), Tu non mi capisci, dizionario uomo-donna donna-uomo (2010), Felici e Conviventi (2009) e Guida Turistica per fashion victim (2008). Nel 1999 ho scritto la guida in francese, S’installer en Italie (Rebondir). Alla Seoul Fashion Week i paparazzi una volta mi hanno scambiata per una star italiana. Non sono mai più stata così famosa. Ma nella vita non si sa mai, no?

Francesca Diano
Francesca Diano è nata a Roma nel 1948 e a due anni si è trasferita a Padova, quando il padre, il filosofo e grecista Carlo Diano è stato chiamato a ricoprire la cattedra di Letteratura Greca all’Università. Si è laureata in Storia della Critica d’Arte con Sergio Bettini e subito dopo si è trasferita a Londra, dove ha vissuto alcuni anni tenuto corsi di arte italiana all’Istituto Italiano di Cultura e ha lavorato al Courtauld Insitute. Ha vissuto anche in Irlanda, a Cork, nella cui università ha insegnato italiano e arte italiana contemporanea. Dal 1981 è traduttrice letteraria di narrativa, saggistica e poesia per grandi editori, fra cui Cappelli, Fratelli Fabbri, Neri Pozza, Guanda, Crocetti ecc. Tra i molti autori, è anche la traduttrice italiana della scrittrice indiana Anita Nair. Studiosa di folklore e tradizioni orali irlandesi, ha curato l’edizione italiana (Neri Pozza) e la ristampa anastatica inglese (Collins Press) delle Fairy Legends and Traditions of the South of Ireland (1825) di Thomas Crofton Croker. Ha ideato e curato convegni, eventi, mostre in collaborazione con Enti pubblici e privati, tra cui l’evento Terrazza sull’India per il Festival dei Due Mondi di Spoleto e l’allestimento dell’Harlekin di K.H. Stockhausen per mimo e clarinetto per il Conservatorio di Padova. Ha collaborato a riviste e quotidiani e tenuto corsi e incontri all’Università per Stranieri di Perugia, all’Alma Mater di Bologna e all’Università di Padova. Ha partecipato a convegni e festival letterari nazionali e internazionali come autrice e relatrice. Suoi testi poetici sono stati protagonisti alla Sala dei Giganti dell’Università di Padova nello spettacolo Poesia e Musica, presentati da Emilio Mariano, già Sovrintendente del Vittoriale. La lettura dei testi si è alternata a brani di musica contemporanea, presentati da Franco Fayenz, ed eseguiti per clarinetto e pianoforte ed è intervenuto il grande Maestro e compositore Wolfango Dalla Vecchia. Nel 2012 ha vinto il Premio Teramo. Ha pubblicato il romanzo La Strega Bianca, una storia irlandese e la raccolta di racconti Fiabe d’amor crudele (Edizioni La Gru) Sue poesie sono presenti in antologie di poeti italiani e in saggi critici, fra cui l’antologia di poeti italiani contemporanei Il rumore delle parole (Edilet 2015) a cura di Giorgio Linguaglossa, oltre che in vari noti blog letterari. Ha iniziato a scrivere poesia fin da bambina e successivamente prosa, da alcuni anni anche direttamente in inglese. Il nome del suo blog è Il Ramo di Corallo. Scrivere, per lei, significa dare ordine al caos.

Elena Girardin
Elena Girardin è nata in provincia di Vicenza, dove vive e lavora. Insegna lettere nella scuola secondaria di primo grado “Don Lorenzo Milani” di Zanè. Collabora con la rivista l’Indice dei Libri del mese, redazione scuola, e con l’Associazione Culturale Scuola Twain. Da qualche anno è impegnata nella realizzazione del Piccolo Festival della letteratura dei ragazzi. Ha pubblicato due romanzi: Favola di paese, edizioni La Gru, 2012; Le Petit Omar, Panda edizioni, 2014.

Anna Laura Folena
Anna Laura Folena è nata a Padova, ma è mezza veneta e mezza toscana, con qualche antenato austroungarico e un’ava spagnola. A 18 anni, dopo la Maturità classica, si iscrive a Lettere e – per non vivere da studentessa viziata e imparare un mestiere – pubblica i primi articoli. A 19 capisce che il volontariato spesso serve più ai volontari che ad anziani e disabili, ma ritiene doveroso che i volontari compiano questa buona azione verso se stessi. Quindi, persiste nel prodigarsi. A 20 parla per la prima volta alla radio in diretta. A 21 diventa giornalista pubblicista, e un giorno viene scaraventata in diretta Tv davanti alla telecamera di un’emittente triveneta, conduce il suo primo telegiornale. A 22 anni si dà alla politica, ma ne serberà un così traumatico ricordo che non inserirà nemmeno l’esperienza nel curriculum. A 23 si laurea in Lettere moderne (con lode, baci e abbracci) e pubblica un saggio su Umberto Saba. A 24 imperversa dalla mattina alla sera dallo schermo di una neonata emittente televisiva. A 25 anni, convinta di essere una vecchia zitella che non ha combinato niente nella vita, si sposa con un collega e si trasferisce per amore a Verona, dove lavora come free-lance, facendosi in quattro fra radio, Tv, carta stampata, uffici stampa, conferenze, dibattiti e casa. A 27, sentendosi una primipara attempata, diventa mamma. Finalmente ne fa una di giusta! A 31 anni sopravvive tre giorni interi in sella ad un cavallo, per girare un documentario. Incredula di fronte all’evidenza dell’inaspettata atleticità dell’impresa, comincia a riflettere. Riflette qualche anno, finché una mattina, mentre sta cantando sotto la doccia, capisce di essere giovane e decide di pubblicare un libro di racconti dal titolo Ma quando arrivano gli elefanti? (2007, Giacomuzzi Editore). Seguiranno Il canto della civetta (2015, Youcanprint), TIMELOST – Storie di alieni tra di noi (2015, Youcanprint), Leandro chiama Spazio (2016, Youcanprint). Attualmente si occupa di relazioni esterne, ma continua a scrivere, anche grazie alla collaborazione con il sito di fantascienza www.nuove-vie.it. Firmandosi “Il Gabbiano” oppure “Alf”, partecipa a congressi enigmistici dove viene apprezzata più per la simpatia che per i successi di autrice e solutrice. Insomma, usa le parole per lavorare, raccontare storie e giocare, ma non è mai sazia di creatività. Così, nel 2015 si mette in mente di illustrare personalmente i propri racconti e scopre una nuova passione, cimentandosi con entusiasmo anche nelle arti figurative.

Annalisa Bruni
Annalisa Bruni scrive racconti e commedie radiofoniche. Ha pubblicato su quotidiani, riviste, volumi collettanei e siti web. Pubblicista, è iscritta alla S.I.A.E., sezione D.O.R. Nel 2002 ha pubblicato il suo primo libro: Storie di libridine (Edizioni della laguna) finalista al Premio Settembrini – Regione Veneto 2003. Nel 2005 ha pubblicato la sua seconda raccolta di racconti, per Edizioni Helvetia, dal titolo Altri squilibri. Sempre nel 2005 ha curato, con Lucia De Michieli e Tiziana Agostini, l’antologia di racconti degli allievi del Laboratorio di scrittura creativa del Circolo culturale “Walter Tobagi”: Non disturbare. Scritture in corso (Portogruaro, Nuova dimensione ed.). Nel gennaio 2008 è uscita la sua terza raccolta: Della felicità donnesca e altri racconti (Novacharta). Nel 2008 è uscita anche l’antologia degli allievi del corso di scrittura creativa “Le scimmie” di Bolzano (UPAD), curata con Antonella Cilento, Abbandoni e Altre trasformazioni, edito da Traven Books di Merano. Sempre nel 2008 ha curato, con Saveria Chemotti e Antonella Cilento la raccolta di racconti M’ama? Mamme, madri, matrigne oppure no (Il Poligrafo). Nel 2011 ha pubblicato un racconto nell’antologia Sorci verdi, Storie di ordinario leghismo (Alegre editore). Nel 2013 è uscita la sua quarta raccolta dal titolo Tipi da non frequentare (Cleup). Sempre nel 2013 ha pubblicato il racconto Le farò veder le stelle, nell’antologia Dieci piccole storie ignobili, a cura di Bruna Graziani (Piazza editore). Nel 2015 sono usciti per Cleup il volume Langenwang ovvero Il disastro della puntualità, scritto con Stefano Pittarello, e la sua prima silloge di poesie dal titolo Andando a capo (prima di finire la riga). Suoi racconti hanno vinto premi nazionali. Ha collaborato con la Radio Svizzera Italiana come sceneggiatrice. Suoi radiodrammi sono stati prodotti e trasmessi da Radio 3 RAI, dalla Radio Nazionale Croata e dalla Radio Nazionale Ceca. Nel 2007 le è stato assegnato il Premio “Inner Wheel per la donna”, sezione narrativa. Ha collaborato con alcune riviste e siti web con recensioni di convegni, mostre e libri. Dal 1998 al 2005 ha diretto il Laboratorio di scrittura creativa del Circolo “Walter Tobagi” di Venezia. Dal 2006 al 2012 ha curato per l’Associazione “RistorArti”, con la collaborazione di Lucia de Michieli e Anna Toscano, il corso di narrazione “Cucina di storie”, a latere del quale sono usciti cinque libri, antologie dei racconti degli allievi: Cucina di storie, prefazione di Bruno Gambarotta (Cartotecnica veneziana, 2007), Dialoghi e discorsi analoghi, prefazione di Gianfranco Bettin (Terraferma, 2008), Storie quotidiane, prefazione di Carlo Lucarelli (Terraferma, 2009), Sedici storie da RaccontArti, prefazione di Melania G. Mazzucco (Terraferma, 2010), Letteralmente: viaggiare, prefazione di Pietro Spirito (Terraferma, 2011), Parlarsi addosso? In prosa e in poesia, prefazioni di Stefano Brugnolo e Lello Voce (Terraferma, 2012). Dal 2012 ha dato vita, con Bruna Graziani e Stefano Brugnolo, al corso di scrittura creativa dello Spazio paraggi di Treviso, da cui sono nate le antologie di racconti dei partecipanti: La vita, solo questo (Terraferma, 2013) e Corpi (Kellermann, 2014). Ha curato, per il Comune di Venezia, le prime tre edizioni del corso di scrittura cinematografica “Raccontare Mestre” del Centro Culturale Candiani (2003-2005). Attualmente continua la sua proposta di corsi sia a Mestre, con Lucia De Michieli, che a Treviso, con Bruna Graziani. Ha tenuto corsi di scrittura creativa a Bolzano, Bressanone, Belluno, Mestre, Trieste, Venezia, Napoli, Dolo, Farra D’Alpago e San Donà. Organizza da molti anni cicli di incontri con l’autore e laboratori di lettura. Socia di “Nina vola”, ha collaborato come consulente letteraria a CartaCarbone festival, Treviso, seconda edizione, nel 2015. Lavora dal 1985 alla Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia, presso la quale riveste il ruolo di coordinatore del Dipartimento Comunicazione e Valorizzazione.

Antonella Sbuelz
Sono friulana e vivo a Udine, con mio marito Giuseppe, mia figlia Silvia, una gatta sedentaria e vari altri gatti di passaggio. Amo la mia terra di confine, ma ho vissuto e studiato anche altrove ( Verona, Trieste, Losanna). Sono golosa di dolci, famelica di letture, amante di mare e bicicletta, curiosa di tutto. La passione per la scrittura mi accompagna fin da quando ero bambina. Scrivo narrativa – soprattutto romanzi storici – ma anche poesia e saggistica, collaborando con riviste culturali e occupandomi di passioni/promozioni culturali in diversi ambiti, istituzionali e non. Insegno Lettere e Storia in un Liceo Scientifico. Nonostante tutto (ed è un tutto non da poco) insegnare mi piace ancora, e molto: il contatto con i ragazzi è un continuo rimettersi in gioco. Sfianca, ma rilancia ogni giorno nuove sfide. Ho dedicato il mio dottorato di ricerca (conseguito a Losanna in un gelido giorno di febbraio) a una scrittrice pressoché dimenticata della narrativa italiana, Giovanna Zangrandi. Relatori della mia tesi sono stati Niccolò Scaffai e Marco Praloran, prematuramente scomparso: impossibile ricordarlo senza affetto e rimpianto. Sono membro di Giuria di diversi Premi Letterari, e cerco di prendere la cosa sul serio. Ho esordito in versi (L’abaco magenta, Anterem, 1988 ), ma la necessità di raccontare storie si è fatta via via più prepotente, dando forma ai racconti lunghi di Amori minimi (Mobydick, 1997) e poi al mio primo romanzo, Il nome nudo (Mobydick, 2001). Nel 2007, per Frassinelli, è uscito il secondo romanzo, Il movimento del volo, la cui storia si snoda attraverso il corso dell’intero Novecento, dalla grande guerra agli anni di piombo. Greta Vidal (Frassinelli, 2009) si concentra invece su un momento cruciale e controverso del primo dopoguerra: l’occupazione di Fiume dal parte del poeta Gabriele D’annunzio e dei suoi legionari. Questi romanzi hanno ricevuto diversi riconoscimenti (Premio Biblioteche di Roma, Premio Predazzo, Premio Caterina Percoto; Premi Selezione Rhegium Julii, Domenico Rea, Volterra Ultima Frontiera…), consentendomi di presentarne le storie in decine di incontri, da Ischia e Roma a Torino e Milano, dall’Austria alla Croazia. Faticoso, ma bello. Nel 2013 Greta Vidal è stato pubblicato in Inghilterra, nella collana Storia di Troubador, che propone all’attenzione del pubblico inglese tre soli autori italiani all’anno (tra gli ultimi Vitaliano Brancati, Grazia Deledda, Paola Capriolo, Tullio Avoledo, Francesca Duranti). Poi Greta Vidal, come succede a tutti i libri, ha imboccato strade impreviste e tutte sue: con sorpresa l’ho ritrovato in convegni universitari del mondo anglosassone e americano. Recentemente, è stato rieditato in formato digitale. Nel frattempo i miei testi hanno continuato a trovare ospitalità in antologie, volumi e riviste. Non ho mai smesso di scrivere poesia. La mia ultima raccolta edita si intitola Transitoria (Raffaelli, 2011; Prefazione di Davide Rondoni; premio Colline di Torino, Città di Forlì, Città di Alberona).

Micaela Scapin
Micaela Scapin è giornalista professionista. Profondamente radicata nel territorio veneto e nazionale, dal 1997 è impegnata nel settore della comunicazione esterna: ha fondato lo studio M: Comunicazione che si occupa di consulenza in comunicazione esterna, uffici stampa, media Pr ed organizzazione eventi. È contributor per Dove.it, Gruppo Rizzoli. Il suo primo romanzo Svegliati sono le nove è edito da Supernova; ha scritto inoltre il racconto Scusate per il disturbo edito da Linea edizioni.

Maria Pia Morelli
Sono nata in Romagna, ad Alfonsine, paese noto non per aver dato i natali a me, bensì a Vincenzo Monti e anche a mio padre Mario Morelli, prolifico poeta. Professionalmente mi sono affermata in Veneto, una terra culturalmente ricca e stimolante. Fin da giovane ho coltivato il gusto della bellezza, viaggiando in Italia e all’estero, per scoprirla visitando città, musei e gallerie d’arte. Ho frequentato atelier di pittori e scultori, sono diventata amica di poeti, musicisti e studiosi, imparando da ognuno sempre qualcosa. Girando il mondo per diletto, per studio e per lavoro ho colto le opportunità di approfondire il contatto con culture e civiltà diverse: esperienze che mi hanno ulteriormente aperto gli occhi e spronata ad arricchire le mie conoscenze. Le circostanze e la mia indole mi hanno fatto sviluppare competenze che nel gennaio 2010 mi hanno portata alla presidenza dell’Istituto internazionale di ricerca per gli studi su Canova e il neoclassicismo di Bassano del Grappa: un’esperienza straordinaria, una carica gratuita ancora in essere che mi consente di restare nel vivo di un settore, quello dell’arte e della tutela del nostro patrimonio artistico, più che mai bisognoso di cure e attenzioni. Nell’Istituto ho riversato tutta la mia esperienza di imprenditrice, impostando un nuovo concetto di “governance”. Perché io nasco imprenditrice, la mia prima vocazione. Dopo la laurea e il master di marketing internazionale sono diventata la responsabile marketing del gruppo “Concorde Invest S.p.A.” di Fiorano Modenese. Nel 1988 è nato il mio unico figlio Massimiliano Serraiotto e nel 1989 ho fondato insieme al mio ex marito Paolo Serraiotto un’azienda di piastrelle dipinte a mano, Decoratori Bassanesi, oggi nota realtà industriale in Italia e all’estero nel settore lusso del comparto ceramico. Dal 1994 come membro di Confindustria ho partecipato con delegazioni di industriali a viaggi in India, Brasile, Cile, Argentina, Grecia, Slovacchia, Spagna, per allacciare nuovi rapporti commerciali con le principali aziende italiane e straniere presenti. Dal 1996 al 1999 ho scritto sulle riviste CA: Ceramica per l’architettura e CE: Ceramica per l’edilizia. Nel luglio 2003 ho fatto parte della delegazione ristretta guidata dall’ambasciatore italiano in Brasile, Vincenzo Petrone, impegnata in un viaggio a sostegno del Progetto “Fogo salviamo l’Amazonia” con l’obiettivo di sensibilizzare il mondo occidentale alla salvaguardia della foresta amazzonica. Sensibile al mondo delle categorie deboli, nell’ottobre 2005 sono stata promotrice a Trapani in occasione dell’America’s Cup, insieme ad Andrea Stella, fondatore e presidente dell’associazione “Lo spirito di Stella”, delle iniziative veliche a favore dei giovani disabili. Sempre con Andrea Stella nel maggio 2006 ho partecipato a Valencia, all’inaugurazione della fondazione “Mar Sin Barreras”, alla presenza di re Juan Carlos, fautore del progetto a sostegno dei diversamente abili. Nel 2007 sono stata curatrice della rubrica di impresa e cultura del mensile Nord est Europa.it e, in seguito alla collaborazione con Il giornale di Vicenza e con Industria Vicentina, magazine di informazione economica per le imprese, sono diventata giornalista iscritta all’Albo dei Pubblicisti. Nello stesso anno ho pubblicato con i tipi di Marsilio Editori, Venezia, Parole incrociate: storie di gente che ce l’ha fatta. Con la prima nazionale ho inaugurato il ridotto del nuovo Teatro comunale di Vicenza e ho destinato tutto il ricavato dei diritti d’autore all’associazione onlus ”un Cuore, un Mondo” di Padova diretta dal professor Giovanni Stellin e dalla professoressa Ornella Milanesi che curano i bambini affetti da cardiopatie congenite. Sempre nel 2007 sono stata inviata dal CUOA ( Business School di Altavilla Vicentina), a Minneapolis (Stati Uniti) in occasione della cinquantanovesima edizione del NAFSA (conferenza annuale sui temi dell’educazione e della conoscenza), con l’obiettivo di dare sviluppo al progetto “Nuove collaborazioni scientifiche e culturali con il mondo accademico americano”; successivamente sono stata a Detroit (Stati Uniti) alla University of Michigan e alla Michigan Ross School of Business per potenziare gli scambi fra educatori internazionali. Ho intervistato e scritto la storia di dodici imprenditori per il numero di luglio-agosto 2008 della rivista L’imprenditore, organo di Confindustria nazionale. Nell’agosto 2008 sono stata invitata a presentare al Meeting di Rimini il libro Parole Incrociate. Nel novembre 2009 ho partecipato come volontaria dell’associazione onlus “un Cuore, un Mondo” di Padova al viaggio con il professor Stellin e la sua equipe per assistere i bambini cardiopatici di Asmara (Eritrea). Il 4 ottobre 2010 ho presentato al Teatro Olimpico di Vicenza Raggi di luce rosa. Storie di donne che rischiarano le nostre vite, Marsilio Editori, Venezia. I diritti d’autore derivanti dalla vendita del libro sono stati interamente destinati alle donne soroptimiste dell’Aquila colpite dal terremoto. Nell’aprile 2014 nella libreria del Palazzo delle Esposizioni a Roma ho presentato il mio primo romanzo Cercava i nidi sugli alberi, uscito con i tipi di Palombi Editori. Sono una delle scrittrici selezionata dal circuito internazionale “Libri d’Acqua”, promosso da Vera Slepoj. La passione per la scrittura non esclude comunque quella per l’imprenditoria. Il 1 settembre 2015 ho fondato insieme a due soci il marchio “Agata allegra” che produce in Italia capi di vestiario destinati a bambine dai 6 ai 14 anni mettendo a profitto gli insegnamenti di mia madre Ernestina, sarta di straordinaria bravura. Per “Agata allegra” ho scritto tre libri di storie che accompagnano le collezioni: Agata allegra e le scatole a sorpresa edito da More Mondadori, Agata allegra e il papavero azzurro, Agata allegra e la palla di Olly. “Agata allegra” è un’esperienza che mi entusiasma anche se come tutte le grandi sfide richiede impegno, sacrificio e dedizione. Diversamente, che vita sarebbe?

Serenella Antoniazzi
Serenella già da bambina gioca tra le mura del capannone costruito da suo padre, mattone su mattone; a sedici anni comincia a lavorare nell’azienda di famiglia, archiviando le aspirazioni personali; maggiorenne si ritrova con cinquanta milioni delle vecchie lire in cambiali, proprietaria a metà della ditta. L’impresa – una piccola azienda che si occupa della levigatura del legno – cresce progressivamente. Nel 2008 si avvertono i primi sentori della crisi, ma la ditta resiste: attinge ai risparmi, mantiene i posti di lavoro. Nel 2011 importanti commesse da parte di un grosso committente portano nuova linfa e fanno girare la produzione. Nel 2012 l’amara sorpresa: un’enorme mole di lavoro, già fatto e consegnato, non viene pagata. Si innesca un meccanismo perverso di insoluti, posticipi, acrobazie bancarie. Dopo qualche mese Serenella, disperata, scrive a un quotidiano locale: cerca aiuto, l’appoggio di qualcuno, di enti, istituzioni, associazioni. La sua lettera è ripresa da "la Repubblica" e colpisce l’attenzione di un imprenditore che aveva appena vissuto un’esperienza analoga. Questi chiama Serenella, la conforta. Sarà lui a impedirle un gesto estremo quando lei scoprirà di essere creditrice di un’azienda improvvisamente fallita, che non la pagherà mai più. Oggi il "Fondo Serenella" (che porta il suo nome) ha come soggetti beneficiari le piccole e medie imprese in situazione di potenziale crisi di liquidità a causa di mancati pagamenti da parte delle imprese debitrici. E’ autrice "Io non voglio fallire. Un’imprenditrice in lotta per salvare la propria azienda" (Nuovadimensione, 2015). Il suo racconto "La crisi" è contenuto nell'antologia "Io sono il Nordest" (Apogeo Editore, 2016) curata da Francesca Visentin. E' autrice della pièce teatrale "Rosso-Io non voglio fallire". Cura la rubrica "Pensieri di donna" per la rivista di geopolitica "Atlantis Magazine".

Irene Vella
Irene Vella, giornalista e scrittrice da anni impegnata nel sociale e con una storia speciale alle spalle, ama affrontare la vita con un sorriso, sempre e comunque, nonostante le difficoltà… E’ autrice di: Nati sotto il segno del cavolo. Manuale di sopravvivenza per mamme che si sentono sbagliate (con Roberta Giovinazzo), di Credevo fosse un’amica e invece era una stronza. 10 modi per sopravvivere alle stronzamiche (con C. Kalashnikov), di Sex & the cake (con Claudia Deb), di Io se metto al mondo un figlio, lo faccio alle 5,42. La nostra favola… continua.

Francesca Visentin
Sono giornalista professionista, da oltre trent’anni nelle redazioni dei giornali, partendo dal Mattino di Padova, passando per Il Gazzettino e approdando nel 2002 nella redazione del Corriere della Sera del Veneto, dove lavoro attualmente. Cronista “on the road” per vent’anni della mia vita, poi costretta al lavoro quotidiano di desk chiusa in redazione, ma senza mai perdere la voglia di cercare notizie e raccontare storie. Da almeno dieci anni in prima linea su pari opportunità, diritti e contro la violenza (in ogni sua forma), mi occupo spesso di questi temi anche sul mio blog Donne & Uomini http://venetoblog.corrieredelveneto.corriere.it/author/francesca-visentin/ su www.corrieredelveneto.it Sono stata corrispondente per il Veneto de Il Giornale e per il settimanale Gente. Ho lavorato alla Rai redazione di Roma, a Repubblica cronaca di Roma, e come corrispondente dal Veneto dell’agenzia stampa Agl Sono mamma e ho cercato di farlo nel modo migliore possibile. Poi esserci riuscita è un altro discorso… Ho sempre avuto un cagnolino accanto, a volte anche due, grandi amori. Mi sono occupata spesso di progetti di solidarietà, come la Pet Therapy in Pediatria, prima sperimentazione vent’anni fa in Pediatria a Padova, ho ideato e realizzato il progetto “Conosci gli animali” che ha portato gli animali all’interno delle scuole elementari di Padova, a incontrare e conoscere i bambini, per insegnare il corretto approccio con i nostri amici a quattro zampe. Ogni tanto mi piacerebbe anche riuscire a tirare il fiato.

Barbara Codogno
Barbara Codogno è nata a Padova sotto il segno del Leone. Si è laureata in filosofia estetica con una tesi sul filosofo René Girard e negli anni ha continuato, anche viaggiando molto, a indagare su concetti quali il sacro, la violenza, il capro espiatorio e il desiderio mimetico. Giornalista, scrive, tra l'altro, per le pagine culturali del "Corriere del Veneto". Critica d’arte e curatrice, si occupa di arte contemporanea rintracciando nella nuova figurazione la propria dimensione estetica elettiva. Ha scritto poesie, racconti e romanzi. Tra le sue pubblicazioni l’antologia poetica "Metrolieder" (Apogeo Editore), il romanzo "Tutti figli della serva" (Gaffi Editore). Per i tipi della Cleup ha ultimamente pubblicato il romanzo “Il dio dei topi”.



